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al testo di Federica Galetto
Traducendo Einsamkeit
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Traducendo Einsamkeit
E’ il fuoco che m’attraversa La redine della corsa non tirata La molle cesoia del corpo in regime
Ad assaltare le curve prive di vergogna resisto appena Compulsiva in tendere assoli urgenti
Cavalli bianchi nell’occhio Variazioni multiple del colore
(E tu vedevi i miei stessi colori Allunando nelle pause)
nell’imbuto capovolto e la testa,
la testa in incrocio al bacino esposto Decine le spinte corrotte per perdere rotte definite
E’ il fuoco che m’attraversa Nei mondi abnormi della conta senza resto e senza risparmio che riempio Assecondata dai gesti di filo con trama fitta districata a matasse nel ventre Traducendo Einsamkeit rompo le righe E mi sbrano contenta d’essere farfalla tinta nella fiamma e nella parola che trasmuta di deserto in valle e filo d’erba tenero Poiché esistono violetti di corporatura robusta e verdi sfacciati nei rossi della pelle e miriadi d’occhi veri che attendono risposte per crescere ancora nei miei geni come gerani piantati in settembre a svernare in teche trasparenti e tiepide Traducendo Einsamkeit di notte Non c’è che sole quando le brume dormono Passando dal palco di Keats riemergo ai boschi di Treichel In Bellezza
Testo tratto dalla raccolta Traducendo Einsamkeit, Terra d'Ulivi 2014
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Federica Galetto
- 24/02/2015 11:46:00
[ leggi altri commenti di Federica Galetto » ]
Senzaltro Unheimlich. Grazie di esservi soffermati in modo così efficace :)
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Piergiorgio
- 24/02/2015 09:34:00
[ leggi altri commenti di Piergiorgio » ]
Traducendo Einsamkeit, affiora una nota decisamente Unheimliche, non tanto per i contenuti che rimandano alla percezione di una sotterranea vita dei sensi, ma per una certa modalità di esposizione che fa leva sulle tonalità di colore [fuoco compreso], usandole come espressione di altrettanti stati della coscienza. La Bellezza risiede nei contorni di una scrittura che solleva magistralmente lo sguardo sull’intensità di passioni incontenibili, che stentano a relegarsi ai margini della vita psichica, fino all’apparizione di Keats, dove ogni gesto trasfigura nell’astrazione simbolica del teatro per acquisire una completezza squisitamente “romantica”. Complimenti. Molto molto apprezzata.
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Lorenzo Mullon
- 24/02/2015 08:56:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
eh ma che bella il fuoco ci attraversa i cavalli che osserviamo fanno parte dello sguardo ho appena scritto Apollinaire "sono nella trincea di prima linea e tuttavia mi trovo dappertutto se io sono dappertutto in questo momento dentro di me trovo solo me stesso" e Giordano Bruno "colui che vede in se stesso tutte le cose è al tempo stesso tutte le cose"
questo è il segreto della poesia sentirsi allinterno di tutto e viverlo profondamente perché tutto ci appartiene
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